GIOVEDI' SANTO - Rito de "S' Incravamentu" (La Crocifissione)

Fino agli inizi degli anni sessanta, prima cioè che la Confraternita del Rosario chiedesse il permesso al Vescovo di poter svolgere i riti della Settimana Santa in due giorni separati, tutte le funzioni si svolgevano nel solo giorno del Venerdì Santo, secondo le Sacre Scritture.
Quindi il giorno del Giovedì Santo era pressoché libero, prima della S. Messa "In Coena Domini".
A Santu Lussurgiu subito dopo pranzo si svolgeva "sas Criccas"
Consisteva in una processione che, partendo dalla sede della Confraternita più antica, quella di Santa Croce, si recava alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, sede della Confraternita del Rosario, per proseguire poi al Carmine, sede della omonima Confraternita, e facendo infine l'ingresso solenne nella chiesa Parrocchiale di S. Pietro dove aspettava l'ultima Confraternita in ordine di erezione, quella dell'Addolorata, con sede a S. Pietro. 
Alla presenza di tutte le confraternite riunite si dava inizio alla S. Messa in "Coena Domini" (Missa 'e Gloria)
Ora invece, nel pomeriggio del Giovedì Santo si prepara il tavolo per la cerimonia del "lavabo" (lavanda dei piedi) che si svolge durante la celebrazione della Messa, nella chiesa parrocchiale di S. Pietro. Il tavolo, coperto da una tovaglia ricamata con lo stemma della Confraternita, viene imbandito con il pesce, il pane, il vino, la lattuga e l'arancio o il carciofo, a seconda della qualità d'annata dei due prodotti.
Prima della celebrazione le Prioresse aiutano a sistemare le fasce e gli asciugamani ai Priori ed ai consiglieri incaricati nelle mansioni del rito.



Subito dopo la celebrazione della S. Messa la Confraternita del Rosario, coadiuvata dagli altri sodalizi, prepara l'altare maggiore della stessa chiesa, sgomberando tutto quello che si trova nel presbiterio, compreso l'altare mobile, per creare più spazio possibile alla cerimonia successiva.




Appena arrivato il sacerdote, o il delegato per esso, la processione parte dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli (su Cunventu); in questa occasione la portantina (s'andia) ed il simulacro della Madonna Addolorata vengono portati dalla Confraternita del Carmine, mentre la Confraternita dell'Addolorata chiude il corteo prima dei fedeli.



Durante il tragitto con la croce del Cristo Morto che da li a poco verrà innalzata, "su Cuncordu 'e su Rosariu" (della Confraternita del Rosario) canta, nelle soste stabilite, versetti del "Miserere" (salmo 50). 



Dentro la chiesa Parrocchiale, durante la fase del' innalzamento della croce ("S' Incravamentu"), il coro esegue il versetto del "Miserere", che gli anziani per la sua lunga durata avevano soprannominato "Miserere longu": "Tunc apcetabit sacrificium justitiæ (...) super altare tuum vitulos" (vv. 21-22)
Dopo una breve riflessione del predicatore, la sacra rappresentazione termina con una strofa della "Novena" in lingua sarda, che nella  tradizione locale (diversamente da quanto accade nella maggior parte dei centri dell'Isola) sostituisce lo Stabat Mater in latino: 

A pes de s'agonizzante
autore de sa vida
de dolore isconsumida
pianghe sa mama amante.


- Testo tratto dal sito del Comune di Santu Lussurgiu.
- Foto tratte dal web.